Sono stati i detenuti della Casa di reclusione Il Barcaglione di Ancona, i protagonisti dell’originale spettacolo che il Rotary Macerata Matteo Ricci ha organizzato per scopo di service lo scorso 2 marzo presso il teatro Lauro Rossi di Macerata.
È andato in scena lo spettacolo “I malati immaginari”, uno studio scenico liberamente ispirato a Il malato immaginario di Molière a cura di Isabella Carloni e Francesca Marchetti.
La serata, fortemente voluta da Massimiliano Fraticelli Past President del Rotary Matteo Ricci di Macerata e dall’attuale Presidente Silvana Lisi, oltre a costituire uno strumento utile per i soggetti in stato di detenzione, sia sotto il profilo culturale che di crescita personale e di grande valenza rieducativa, ha avuto lo scopo benefico di aiutare l’Associazione Noa Pet Therapy che opera nel reparto Oncologia dell’ospedale di Macerata.
Hanno presenziato le più alte cariche istituzionali del Rotary, il Governatore Valerio Borzacchini, a quelle della città, il Sindaco Romano Carancini, il Dott. Nicola Battelli Direttore dell’Oncologia dell’Ospedale di Macerata, il Direttore dell’Area Vasta 3 Dott. Maccioni e l’Associazione Noa a cui è stato destinato il Service.
La possibilità di vivere ed elaborare emozioni e conflitti, attraverso la capacità mimetica e il gioco scenico, fa della rappresentazione teatrale uno strumento fondamentale di evoluzione personale, di costruzione di relazione e di cittadinanza, che possono rivelarsi preziosi nella realtà del carcere e negli intenti rieducativi della reclusione.
Sono queste le convinzioni che guidano nell’accompagnare i detenuti in un percorso teatrale coinvolgente e personalizzato, che si rivela importante come momento di rielaborazione creativa all’interno di un gruppo, come messa in gioco delle proprie potenzialità e come acquisizione di un saper fare che diventa tappa di ricostruzione di un nuovo percorso.
Lo spettacolo ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica dimostrando, se ancora fosse necessario, quanto Macerata sia una città generosa, contribuendo in maniera consistente alla raccolta dei fondi per l’attività di service, sia quanto si mostri aperta culturalmente accogliendo senza pregiudizi un evento dalle connotazioni insolite.
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